Un articolo di Business Insider dà una buona notizia: tornano le agenzie viaggi. Perché? Per l’importanza e il valore della curatela umana contro lo strapotere degli algoritmi.
In un’epoca dominata dagli algoritmi, dove ogni dettaglio del nostro viaggio può essere pianificato con un clic, emerge una tendenza: la riscoperta dei consulenti di viaggio. Sempre più Millennials e Gen Z si rivolgono a professionisti per organizzare le loro vacanze.
Perché questa inversione di tendenza? La risposta risiede nella curatela umana. Mentre gli algoritmi possono offrire infinite opzioni, solo un consulente di viaggio può fornire un tocco personale, comprendere le nostre esigenze uniche e adattare ogni dettaglio per creare un’esperienza davvero su misura.
Gli algoritmi possono analizzare dati, ma non possono sostituire l’empatia e la comprensione umana. Un consulente di viaggio ascolta, consiglia e costruisce un rapporto di fiducia, garantendo pianificazioni in linea con le attese. Inoltre, se ci si rivolge alle persone giuste, queste hanno la conoscenza e l’esperienza per suggerire destinazioni e attività che vanno oltre le rotte turistiche comuni, offrendo esperienze al di fuori dei “soliti posti instagrammabili”.
A questo si aggiunga un ulteriore valore non affatto banale: in un mondo post-pandemia, in cui viaggiare è diventato un incubo sia per arrivare nella regione adiacente, sia per attraversare il globo, con voli cancellati e disagi imprevedibili, avere un esperto al proprio fianco può fare la differenza tra una vacanza da sogno e un incubo logistico.
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