Lasciamo l’IA fuori dalle stanze dell’HR

Sul Sole di qualche giorno fa:

“Secondo Aidp, il 39% dei direttori del personale usa sistemi di machine learning e un altro 48% prevede di farlo a breve.”

Spero VIVISSIMAMENTE per le aziende e per i candidati che si metta in atto con criterio e senso di responsabilità un meccanismo di verifica a monte e a valle di un eventuale (per me sconsigliatissimo) vaglio dei CV assistito dall’IA.

Tanto per fare un esempio, dando in pasto a uno dei software più diffusi il mio curriculum, vengo classificata come agente immobiliare, cosa che è quanto più distante dalla realtà si possa immaginare.

Il danno è nei confronti del candidato, che non solo corre il rischio di vedere applicati bias distortivi o errate classificazioni, ma anche delle aziende che possono lasciar sfuggire potenziali ottimi dipendenti.

Male, malissimo. L’IA deve essere utilizzata con un approccio antropocentrico, con la massima attenzione verso le persone che ne sono potenzialmente toccate.

Essere esclusi da un percorso di selezione perché si è stati valutati (male) non idonei da un algoritmo è gravissimo e lede i diritti delle persone.

La mia opinione è che l’IA non debba entrare nelle stanze dell’HR.

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