La tirrania del self-branfing, attività particolarmente fastidiosa per chi non è portato o non lo sente nelle sue corde.
The internet has made it so that no matter who you are or what you do — from 9-to-5 middle managers to astronauts to housecleaners — you cannot escape the tyranny of the personal brand. For some, it looks like updating your LinkedIn connections whenever you get promoted; for others, it’s asking customers to give you five stars on Google Reviews; for still more, it’s crafting an engaging-but-authentic persona on Instagram. And for people who hope to publish a bestseller or release a hit record, it’s “building a platform” so that execs can use your existing audience to justify the costs of signing a new artist.”
Rebecca Jennings – Vox
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È diventato quasi impossibile avere successo in qualsiasi campo professionale senza essere costantemente attivi sui social media, creando contenuti accattivanti e promuovendo se stessi in ogni modo possibile. Invece di concentrarsi sulla propria professionalità, si è costretti a promuovere se stessi secondo modalità e con contenuti che devono piacere agli algoritmi prima ancora che ai nostri interlocutori. E questo, francamente, è snervante.
Per fortuna questo fastidio inizia a essere palesi per molti; questa enfasi sul self-branding si sta trasformando in una sensazione di inautenticità.