Sono diventata ipercritica, e anche un po’ intollerante, verso Facebook, verso la mancanza di senso di responsabilità e di etica, verso la monetizzazione a tutti costi, verso l’utilizzo acritico di molti dei suoi utenti.
Negli ultimi mesi ho quindi utilizzato di più LinkedIn, vedendolo ancora – salvo purtroppo non rare eccezioni – come un porto sicuro dove trovare contenuti interessanti e opportunità di crescita.
Alcune settimane fa, in particolare, ho deciso di seguire l’istinto, e ho contattato il Dr. Filippo Romano. Vi rimando al suo profilo, ma attenzione: i suoi post creano dipendenza. E’ capace di informare, incuriosire e insegnare contemporaneamente, con contenuti mai banali.
L’ho contattato, come dicevo, per chiedergli se potesse aiutarmi a organizzare un approfondimento sul cerimoniale, partendo dallo spunto dato dallo stagista che da febbraio si è unito a noi e a cui voglio garantire ogni opportunità di crescita possibile, e dal fascino che etichetta, protocollo e cerimoniale hanno sempre esercitato su di me, conscia della mia ignoranza in materia se non per quanto imparato sul campo.
Incredibile (io ogni tanto provo a “fare cose”, anche se a naso per me hanno un tasso di realizzabilità pari a zero o meno), ha accettato immediatamente. Quasi sono cascata dalla sedia quando mi è arrivato il messaggio in cui comunicava la sua disponibilità.
Insomma, oggi è venuto in Associazione, dove ha trovato alcuni colleghi di altre Strutture che hanno colto al volo l’opportunità d’incontrarlo.
Le ore con lui sono volate via, e quando è arrivato il momento del congedo avremmo avuto ancora tutti almeno una o due domande da porgli.
Ci ha colpito (credo di poter parlare anche a nome degli altri presenti) per la leggerezza dell’esposizione, che nulla ha tolto alla profondità e all’importanza dei contenuti. Il suo approccio autoironico ci ha fatto sorridere e contemporaneamente riflettere sulla difficoltà di svolgere in modo ineccepibile – l’unico possibile – il suo lavoro. Ci ha fatto scoprire alcuni errori che compiamo, seppur in buona fede, e ci ha spiegato come smettere di farli. Ha aperto le porte “virtuali” del Quirinale, la Casa degli Italiani, mostrandoci immagini mai viste da chi non ha avuto la fortuna di entrare nelle stanze più riservate, aiutandoci a leggere i dettagli che agli occhi disattenti possono sfuggire, ma che rendono compiuta la perfezione degli atti ufficiali.
Nelle tre ore che ci ha regalato ci ha portato nella dimensione – che spesso incontriamo e affrontiamo con timore reverenziale, se non paura – del protocollo, facendoci appassionare e comunicando la sua passione.
Oggi mi considero fortunata. Fortunata per aver potuto godere della sua inattesa disponibilità, per averlo potuto conoscere di persona e per aver avuto l’onore di ascoltarlo parlare e poter imparare da lui, non solo in termini pratici, ma anche di approccio alle criticità che si incontrano quotidianamente.
Insomma, ringrazio il Dr. Romano per quanto ci ha donato oggi con la sua presenza, e per tutti i suoi post straordinari, e ringrazio virtualmente LinkedIn per le opportunità che sa darci se abbiamo il coraggio di osare.
Grazie anche ai colleghi di Amaplast, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e UCIMU che si sono uniti a noi, fidandosi di un invito un po’ pazzo mandato dalla sottoscritta.